Funghi primaverili - Associazione micologica Bresadola Belluno

Vai ai contenuti

Menu principale:

MICOLOGIA

FUNGHI PRIMAVERILI

Ai primi tepori della primavera, si sviluppano specie fungine molto interessanti, dalle piu' note morchelle alle particolari disciotis venosa. In questa sezione troverete una raccolta delle specie primaverili, presenti in gran parte anche in provincia di Belluno, suddivise in ascomiceti e basidiomiceti.


ASCOMICETI E BASIDIOMICETI

I primi studiosi che usarono il microscopio per studiare e conoscere meglio i funghi, rilevarono elementi importantissimi, in particolare nell'imenio: scoprirono l'esistenza dei basidi e degli aschi, ovvero degli organi che permettono già una prima grossa differenziazione sul modo di produrre le spore. Su questa base viene fatta la grande differenziazione sistematica in Ascomycetes e Basidiomycetes.
I funghi appartenenti ai Basidiomycetes formano le spore su particolari supporti (gli sterigmi), che si sviluppano sulla parte apicale di elementi generalmente più o meno claviformi detti basidi; questo termine deriva dalla parola latina
basìdium che significa piccolo supporto, piedistallo.
Gli Ascomycetes, invece, producono le spore all'interno di "astucci" normalmente di forma allungata, chiamati aschi, (dal greco, askòs, piccolo sacco, otre). Per questi motivi le spore degli Ascomiceti sono definite anche endospore, mentre quelle dei Basidiomiceti sono esospore.
Ai Basidiomiceti appartengono tutte quelle specie che hanno la forma classica del fungo, ossia possiedono un gambo e un cappello sulla cui parte inferiore trova posto l'imenoforo, formato da lamelle, da tuboli (e pori) o da aculei; altri Basidiomiceti hanno forme diverse: a mensola, crostosi, globosi o gelatinosi.
Il modello degli Ascomiceti più noti e visibili, quelli identificati dal nome Discomiceti è invece un fungo a forma di coppa più o meno profonda, di consistenza ceracea di cui l'imenoforo (liscio) ne riveste la superficie interna: anche in questo caso, con le dovute eccezioni, poiché ne esistono numerosi che possiedono forma o consistenza del tutto diverse.
La presenza di aschi o di basidi non è comunque l'unica differenza tra le due classi fungine: ne esistono altre, di carattere anche filogenetico: una, e non ultima, il meccanismo di produzione dei carpofori.


Foto 1- Basidi. Micrografia colorata con blu lattico di Ramaria formosa (Pers. : Fr) Quél. Foto tratta dal libro "Atlante fotografico degli ascomiceti d'Italia" di G. Medardi.

Foto 2- Aschi. Micrografia di Peziza Buxea (Quél.) colorata con reagente di Melzer. Foto tratta dal libro "Atlante fotografico degli ascomiceti d'Italia" di G. Medardi.


Vediamo ora in dettaglio le specie che si possono ritrovare in primavera.


ASCOMICETI

CIBORIA AMENTACEA (Balb.) Fuckel

Su amenti femminili guasti di Alnus, in luoghi umidi ed ombrosi, ritroviamo questa specie con ascoma sotto forma di apotecio stipitato, cupolato, dapprima semichiuso, poi più aperto. Presenta un imenoforo liscio, ocra o ocra-brunastro, ed esternamente è liscio e leggermente pruinoso, concolore. Il gambo, molto esile, si scurisce leggermente verso la base.

CIBORIA RUFOFUSCA (O. Weberb.) Sacc.

Nei boschi di conifere, singoli o in gruppetti, si possono ritrovare esemplari di Ciboria rufofusca su scaglie di coni di Picea Abies, soprattutto in zone umide. A forma di calice cupolato o subturbinato da giovane, più disteso in seguito, raggiunge un'altezza complessiva di 30 mm per un diametro di 15 mm. Le colorazioni sono su tonalità brunastre in tutte le parti del fungo. L'imenoforo è liscio all'interno e la superficie esterna è ricoperta da una pruina biancastra detersile. La carne è ceracea e fragile, color bianco-brunastra.

DISCINA ANCILIS  (Pers.) Rhem

Specie lignicola, che si sviluppa su legni in avanzato stadio di decomposizione; si presenta in forma discoidale più o meno irregolarmente involuta e con vistose venature in superficie; può raggiungere e superare i 10 cm di diametro.

DISCINA GIGAS  (Krombh.) Eckblad

Specie primaverile non comune, che si presenta singola o in piccoli gruppi nei boschi montani radi, in genere sotto conifere, tra l’erba; può raggiungere dimensioni notevoli, fino a 15 cm di diametro e di altezza.

DISCIOTIS VENOSA (Pers.) Boudier


Presenta una forma concava e successivamente più aperta, con una superficie imeniale fortemente rugosa e venata. Il colore varia dal bruno chiaro al bruno scuro, mentre la superficie esterna è di color bianco crema, leggermente furfuracea. Presenta un gambo cortissimo, spesso profondamente infisso nel suolo e si trova spesso ai margini dei boschi tra l'erba. Tratto caratteristico è il tipico odore di cloro che emana la sua carne bianca molto fragile. Di commestibilità ignota, non essendo noti i suoi contenuti chimici.

DUMONTINIA TUBEROSA (Bull. & Ventenat. : Fr.) L.M.Kohn

Specie a forma di coppa con un lungo piede che termina con uno sclerozio, dal quale possono uscire più esemplari. La superficie interna si presenta di un colore bruno-rossiccio, concolore con la superficie esterna. Il gambo è nerastro e si ingrossa progressivamente verso la base, dove è situato lo sclerozio: esternamente è nero e all'interno è bianco. Si sviluppa sempre vicino all'Anemone nemorosa.

ENCOELIA FURFURACEA (Roth : Fr.) P. Karst.

Frequente soprattutto su rami di Corylus morti, ma ancora in piedi e corticati, si scorgono piccoli gruppi di individui ravvicinati o appressati, con apotecio sessile irregolare e chiuso, dotato di un solo foro apicale. A maturità, a partire dal foro stesso, si ha una lacerazione sempre più ampia che renderà il ricettacolo di aspetto più o meno discoide o leggermente cupolato, con orlo "stellato". Di colore bruno-cannella, l'interno si presenta liscio, lucente, ondulato-gibboso; la superficie esterna, invece, è più chiara con scaglie concolori facilmente rimovibili. Carne tenace, elastica e brunastra.


GEOPORA SUMNERIANA (Cooke) M.Torre

Nelle prime fasi di fruttificazione, si presenta come un globo seminterrato, con la superficie esterna feltrata e di colore bruno, poi si apre ed acquista la forma di una corona con lembi triangolari, internamente lisci e color crema. Per le sue notevoli dimensioni (fino a 80-100 mm), si distingue facilmente dai suoi simili; cresce a gruppi, associato ai cedri, raramente ai tassi.


GYROMITRA ESCULENTA (Pers. : Fr.) Fr.

Mitra rotondeggiante, cerebriforme, con un diametro che varia da 70 a 130 mm, di colore bruno-castano-rossiccio, vuota e cavernosa; presenta un gambo cavo e biancastro, di forma irregolare, ingrossato alla base. Si trova nei boschi di conifere dove gli spazi sono più aperti. E' ben nota la sua pericolosità: è una specie VELENOSA POTENZIALMENTE MORTALE, responsabile della sindrome giromitrica, ovvero una grave intossicazione epatica, a lunga latenza, associata talora ad anemia emolitica e a danni neurologici, dovuta al contenuto di giromitrinae di altri derivati idrazinici (es. Monometilidrazina MMH). Queste sostanze, molto epatossiche, sono fortemente volatili, percui possono scomparire completamente, o quasi, alla cottura del fungo. Per questo motivo, il fungo viene tuttora consumato da molti per il suo buon sapore aromatico (da cui la definizione esculenta), ma con notevole rischio, perchè anche piccoli quantitativi di MMH sono nocivi. Nella maggior parte dei casi clinici, l'intossicazione si verifica per accumulo, a seguito di pasti ripetuti a poca distanza di tempo, della gyromitra stessa. Ovviamente, l'ingestione del fungo crudo è pericolosissima.

HELVELLA ACETABULUM (L. Fr.) Quél.

Presenta una forma di coppa di 30-60 mm di diametro, con l'interno di colore bruno-nocciola e l'esterno concolore, sostenuto da uno stipite bianco, fortemente costolato, che si ramifica sulla parte esterna. Principalmente si trova sotto latifoglie, tra l'erba. La commestibilità è da considerare ignota, non essendo ben noti i contenuti chimici e viste le recenti scoperte biochimiche sugli ascomiceti (vedi Morchelle), si considera azzardato il suo consumo, soprattutto in grandi quantità.

HELVELLA LEUCOMELAENA (Pers.) Nannf.

Questa specie presenta un apotecio a forma utriforme, essendo spesso è schiacciata ai margini, ed è caratterizzata da una colorazione nerastra nella parte interna, mentre la superficie esterna è nera che sfuma in bianco scendendo verso il gambo. Si trova abitualmente ai margini dei sentieri, su terreni sabbiosi, anche in zone di litorale. Per quanto riguarda la commestibilità, si ritiene sospetta per il suo possibile contenuto in giromitrina e che, pertanto, possa provocare sindrome giromitrica.

HELVELLA SOLITARIA P. Karst. ss. Dissing

L'apotecio ha una forma di coppa schiacciata, compressa lateralmente, con una superficie imeniale liscia e bruna scura. Esternamente è più chiara, bruno-grigiastra con sfumature ocracee più chiare verso il gambo, dove risulta vellutata. L'orlo è leggermente ondulato, a volte fessurato in senso longitudinale. Il gambo claviforme, è solcato longitudinalmente da costolature; la carne è elastica, bianca, senza odori. Cresce singola o gregaria in terreni sabbiosi, nei boschi radi di latifoglie, in particolar modo con la presenza di Populus.

HUMARIA HAEMISPHAERICA  (F.H. Wigg. : Fr.) Fuckel

Specie terricola, a volte presente su detriti legnosi anche bruciati, che forma delle piccole coppe regolari chiare internamente, color bianco-ghiaccio o biancastro; esternamente grigiastro-ocraceo, col margine irto di peli fitti e nerastri.  Non si tratta di un fungo raro, ma è difficile da scorgere sul terreno.

LACHNELLULA WILKOMMII (Hartig) Dennis

In gruppi su legni di Larix in disfacimento, più raramente anche su altre conifere, questa specie presenta un apotecio di circa 4 mm di diametro, brevemente stipitato, caliciforme, talora compresso lateralmente. L'imenoforo è liscio, giallo tuorlo, con una superficie esterna bianca, ricoperta di peli bianchi. Anche l'orlo è peloso e tende a involvere con tempo asciutto.

MORCHELLA CRASSIPES  (Vent.) Pers.

Mitra tendenzialmente arrotondata di dimensioni medie di 80-100 mm, con profonde costolature irregolari di color nocciola. Ben disinguibile dalle altre morchelle per la presenza di un gambo di forma cilindrica che si ingrossata in maniera eclatante nella parte bassa; l'interno è cavo e la carne biancastra. Presente negli spiazzi aperti del bosco. Di regola è considerata commestibile, come tutte le morchelle; più di recente, però, in molti paesi europei e anche in Nord America, sono stati identificati alcuni casi di sindrome morchellica, una curiosa intossicazione, non mortale, dovuta all'ingestione di morchelle, che si manifesta con sintomi gastroenterici (in genere tardivi) e poi, più raramente, con sintomatologia neurologica da intossicazione del SNC (Sistema nervoso centrale). Tale intossicazione fungina è però descritta quasi solo nei paesi centroeuropei, per consumi piuttosto elevati e, quasi di regola, in stato di conservazione piuttosto avanzato. L'uso gastronomico delle morchelle giovani e immature, tipico dell'Italia, dove si usano come contorno o condimento di altri piatti, non appare pericoloso. Si sconsiglia però, vivamente il consumo di morchelle in grandi quantità per pasto.

MORCHELLA ELATA Fr. : Fr.  (=  Morchella deliciosa  Fr. : Fr. )

Specie primaverile commestibile e ricercata, dai colori bruno-scuri e dalla caratteristica forma conica allungata; cresce in gruppi, talvolta numerosi, nei boschi di conifere. Per la commestibilità vale pero' quanto detto per la Morchella crassipes.

MORCHELLA ESCULENTA (L.) Pers.

Specie primaverile commestibile e ricercata, che cresce in gruppi, talvolta numerosi, soprattutto nei boschi di latifoglie; presenta forma globosa irregolare, a volte oblunga, con alveoli profondi piuttosto ampi, di color bruno-giallastri o bruno grigiastri più o meno scuri.

MORCHELLA GIGAS (Batsch) Pers.

Specie commestibile e ricercata. Cresce in piccoli gruppi su terreno sabbioso o sabbioso-argilloso, generalmente presso latifoglie; la parte fertile, bruna, non si continua direttamente con il gambo, ma è unita ad esso da una caratteristica membrana.

PSEUDOPLECTANIA MELAENA (Pers. : Fr.) Sacc.

Cresce in primavera su legno marcescente di Picea Abies ed è esteriormente identica alla Pseudoplectania Nigrella, solo possiede peli lunghi e setati e dei colori superficiali interni dell'apotecio più chiari, quasi metallici.

PSEUDOPLECTANIA NIGRELLA (Pers. : Fr.) Fuckel

Fungo che si sviluppa sui tappeti di muschi che ricoprono i ceppi di conifere montane, a volte anche su terreni umidi; presenta una struttura cupolata, con un imenoforo liscio più o meno opaco, bruno-nerastro, mentre la superficie esterna, concolore, è finemente feltrata. Molto simile alla Pseudoplectania Melaena, che si distingue per la parte interna più chiara.

SARCOSCYPHA AUSTRIACA  (Beck ex Sacc.) Boud.

Sui rami caduti nei boschi di latifoglia, possiamo trovare questo fungo di un colore rosso scarlatto all'interno e bianco sporco all'esterno, caratterizzato da un apotecio di 10-60 mm, con un gambo quasi assente, leggermente feltrato. Molto simile alla Sarcoscypha coccinea, si riesce a distinguere quasi esclusivamente esaminandolo a microscopio: si è notato solamente che questo fungo ha la tendenza a non aprirsi quasi mai completamente.

SARCOSPHAERA CORONARIA (Jacq.) Boud.

Di regola e tradizionalmente ritenuta VELENOSA, soprattutto da cruda, molti sostengono contenga giromitrina, viste le caratteristiche delle intossicazioni che provoca (gastroenterite grave e disturbi neurologici). Facilmente riconoscibile per la sua forma caratteristica, presenta un apotecio globoso, seminterrato e cavo che, maturando, si apre formando una sorta di corona composta da lembi triangolari. La superficie interna è lilla-violacea, vira al marrone-violaceo con l'età; la superficie esterna invece è biancastra. La carne, con sfumature violacee, è fragile e non ha particolari odori. Si trova gregario sia sotto latifoglie, sia sotto aghifoglie.



VERPA BOHEMICA (Krombh.) J. Schröt.

Specie commestibile, spesso scambiata per una morchella, ma che presenta la mitra libera; cresce in piccoli gruppi in luoghi umidi, su terreno sabbioso o sabbioso-argilloso, generalmente presso latifoglie.


VERPA CONICA (O.F.Müller : Fr.) Swartz


Specie commestibile, con mitra libera, quasi liscia, e gambo cilindrico, cavo, molto allungato; cresce in piccoli gruppi in luoghi umidi, generalmente presso latifoglie.




BASIDIOMICETI


AGROCYBE  PRAECOX (Pers. : Fr.) Fayod

Specie saprotrofa piuttosto diffusa; compare già in primavera isolata o in piccoli gruppi, sia sulla lettiera, nei boschi, sia in parchi e giardini, su residui legnosi e fogliame; rinvenuta su lettiera in un bosco di
Fagus e Abies; commestibile, di scarso valore.



AMANITA VERNA  (Bull. : Fr.) Lamarck


Nota specie VELENOSA MORTALE con le stesse caratteristiche dell'Amanita Phalloides, si trova in primavera principalmente sotto latifoglie. Il cappello emisferico, parabolico, poi piano, leggermente viscoso, di colore bianco come tutto il resto del carpoforo. Una caratteristica importante per riconoscere tale specie, è la presenza del margine liscio del cappello. Le lamelle sono libere al gambo e provviste di numerose lamellule. Il gambo è ricoperto da una leggera pruina e si ingrossa progressivamente verso la base. La volva è membranosa, chiusa sul bulbo.





CALOCYBE GAMBOSA  (Fr.) Donk

Specie commestibile non rara, ma molto ricercata; si presenta in gruppi più o meno numerosi o in file o cerchi, sia nei boschi radi, sia in prati e pascoli; la carne emana un forte odore di farina fresca.



CLITOCYBE PRUINOSA (Lasch) P. Kumm.

Anche sotto la neve, nei boschi misti di conifere, in primavera troviamo questo fungo di colore grigio-marrone, che col tempo diventa grigiastro con riflessi azzurro-violacei con il tempo secco, depresso al centro. Le lamelle ocracee, decorrenti, sfumano nel gambo biancastro o concolore al cappello. Presenta un odore fruttato di mela e un sapore amaro della carne. Commestibilità: ignota; molti autori la riferiscono come sospetta).



CLITOCYBE SINOPICA (Fr. Fr.) P. Kumm.

Specie piuttosto rara, che cresce nei boschi di conifere e misti; è caratterizzata dalla colorazione mattone o bruno-arancio e dal forte odore di farina che emana alla rottura; commestibile.


CLITOCYBE VERMICULARIS (Fr.) Quél.

Conosciuta anche come Clitocybe dei larici, è tipica dei boschi di conifere. Molti autori la ritengono commestibile anche se non sono noti i suoi contenuti chimici. Il cappello, prima si presenta convesso, depresso al centro, poi anche un po' infundibuliforme, con superficie liscia, leggermente viscosa per l'umidità. I colori variano dall'ocra, al mattone, al bruno-aranciato. Il margine è a lungo involuto ed ondulato. Le lamelle nel fungo giovane sono biancastre, poi a maturità diventano brunastro-rossastre. Il gambo bruno-rossiccio che sfuma verso l'alto in colori piu' chiari, si presenta cilindrico, pieno da giovane e successivamente cavo, mostrando spesso scanalature longitudinali. Alla base presenta una notevole formazione di ife rizomorfe bianche.


ENTOLOMA APRILE (Britzelm.) Saccardo

Il cappello presenta un colore che varia dal grigio-brunastro al grigio seppia, dapprima campanulato, poi convesso, umbonato ed è igrofano. Le lamelle grigiastre, a maturità variano diventando rosate. Il gambo è leggermente ingrossato alla base, tipicamente decorato da fibrille longitudinali. Di regola considerato commestibile come tutti gli entolomi del suo gruppo, ma non sono noti i suoi componenti chimici. E' frequente sotto le Rosacee selvatiche (biancospino o pruni selvatici).




ENTOLOMA CLYPEATUM (L.) P. Kumm.

Il cappello si presenta dapprima campanulato, poi piano, umbonato di colore bruno o fuliggine, a volte grigio chiaro, ricoperto da fibrille radiali consistenti e piu' scure; con il clima secco presenta un aspetto lucido. Le lamelle sono adnate e decorrenti per un dentino, prima biancastre poi rosa e piuttosto larghe. Il gambo è leggermente ingrossato alla base, grigiasrto e fibrilloso. Gregario o cespitoso, è molto frequente sotto rosacee e alberi da frutta.



ENTOLOMA HIRTIPES (Schummach.:Fr.) M.M.Moser

Questa varietà di entoloma si può trovare sia sotto latifoglie sia sotto conifere. Presenta un cappello conico-campanulato, via via più aperto ma sempre con un umbone molto evidente, di colore bruno-rossastro, striato per trasparenza, igrofano. Le lamelle prima si presentano grigio chiaro poi rosa-grigiastre, libere e non molto fitte. Il gambo è fibroso, striato, brunastro e cotonoso alla base. E' ritenuto da tempo velenoso, responsabile di sindromi gastroenteriche: non sono però noti i suoi contenuti chimici.  

ENTOLOMA SAUNDERSII (Fr.) Sacc.

Questo carpoforo persenta un cappello emisferico-convesso, con margine fortemente involuto, poi spiana mostrando a volte delle depressioni ed un umbone ottuso; il margine diventa ondulato-sinuoso ed il colore varia dapprima dal grigio biancastro al grigio metallico. Cresce sotto Ulmus e Prunus spinosa e spesso emerge a fatica da terra. Ritenuto commestibile come da tradizione micologica.


ENTOLOMA SEPIUM (Noulet & Dassier) Richon & Roze


Lungo le siepi, a volte anche nei giardini, sotto le rosacee, possiamo trovare esemplari di questa specie micologica. Presenta un cappello con un accenno di umbone, prima conico-campanulato, poi piano, viscoso con l'umidità, serico con l'asciutto. Il colore del cappello varia dal crema-biancastro al crema-giallastro, mentre le lamelle sono prima bianche, poi rosa, smarginate e decorrenti. Il gambo è bianco e ornato da fibrille bianche longitudinali e può assumere tonalità fulvo-giallastre specialmente al tocco. La carne è bianca con un tipico viraggio al giallo-ocra o giallo arancio. Generalmente è considerato commestibile.


GYMNOPUS AQUOSUS (Bull. : Fr.) Antonìn & Noordel.

Da aprile a giugno possiamo trovare, sotto conifere in presenza di terreni grassi e umidi, questa specie micologica di colore giallo pallido quasi bianco che, per le sue caratteristiceh igrofane, diventa ocra in presenza di umidità. Il gambo è giallastro e schiarisce verso la sommità, mentre la base si presenta un po' bulbosa con micelio rosa-ocraceo. Come gran parte dei funghi di questo gruppo, è considerata una specie commestibile, anche se non sono noti i contenuti chimici.

GYMNOPUS HARIOLORUM (Bull. : Fr.) Murrill

Per tradizione micologica, questo fungo è considerato VELENOSO, anche se non sono ben noti i suoi contenuti chimici: alcuni autori lo considerano semplicemente non commestibile. Si trova su tappeti di foglie di faggio oppure quercia, sempre gregario, con un cappello campanulato all'inizio, poi convesso-appianato, con piccolo umbone di colore beige-brunastro carico che schiarisce verso il margine. Il gambo si presenta leggermente ingrossato verso la base e, per circa metà della sua grandezza, ricoperto di una lanosità irsuta di colore bianco.




HYDROPUS SUBALPINUS (Hönel) Singer

Sui rami di faggio possiamo ritrovare questo fungo dalla forma conica poi campanulata con un piccolo umbone piuttosto appuntito. Presenta delle colorazioni giallo-brunastro chiaro e delle fibrille radiali. Le lamelle sono fitte e bianche, attenuate al gambo: esso è cilindrico, pruinoso, con la base fortemente radicante che si insinua nei rami ospiti.



HYGROPHORUS MARZUOLUS (Fr.) Bres.

Fungo molto ricercato e difficile da individuare, fa capolino a volte ancora tra la neve, nelle prime giornate tiepide di primavera. Sotto aghifoglie e latifoglie, con portamento seminterrato, si mostra con un cappello piuttosto carnoso, di colore grigio metallico, spesso grigio piombo con zone più chiare. Le lamelle sono piuttosto fitte, decorrenti ed attenuate sul gambo, prima bianche, poi grigiastre. Il gambo è caratterizzato da un colore bianco che vira al grigiastro, pruinoso verso l'alto. Considerato un buon commestibile.



HYPHOLOMA CAPNOIDES (Fr.: Fr.) P. Kumm.

Chiamato anche Ifoloma fumoso per le sue caratteristiche lamelle color grigio fumo, questa specie micologica si trova spesso su tronchi di aghifoglie. Il cappello semigloboso prima, convesso-aperto in seguito, è di un color crema-giallastro con tonalità arancio rossastre al centro. Il gambo, solitamente curvo, è fistoloso e ricoperto da una priuna biancastra su fondo bruno, e nella parte alta è solcato da lamelle, leggermente decorrenti, di color nocciola in prossimità del gambo, mentre, la resante parte delle lamelle, di color grigio-violetto chiaro negli esemplari giovani e successivamente grigio-violaceo intenso fumoso con l'età. Nonostante l'odore poco gradevole, tradizionalmente è considerato commestibile ma, vista la notevole possibilità di confusione con altri Hypholomi, se ne consiglia un uso molto prudente.

LENTINUS CYATHIFORMIS (Schaeff. : Fr.) Bres.

Su legno di latifoglie si trova questa specie appariscente, praticamente inconfondibile per la forma ed il colore del cappello, nonchè per le lamelle strette notevolmente decorrenti e seghettate. Sodo e carnoso, il cappello è inizialmente convesso, poi appianato-depresso, con margine leggermente curvato verso il basso. Cuticola asciutta, finemente vellutata, ocra-rossastra chiara con numerose squamette bruno.rossicce, più evidenti nella zona centrale.



LENTINUS LEPIDEUS (Fr. : Fr.) Fr.

Isolato o gregario, si ritrova su legno morto di conifere, (Larice, Abete rosso, Pino), con un cappello carnoso, da convesso ad appianato, talvolta un po' depresso al centro; la superficie è asciutta, opaca, di color bianco-giallastro, con squame brune, più grosse al centro. Le lamelle sono adnate e decorrenti. In gioventù è ornato da un piccolo anello lanoso che sovrasta la parte del gambo più o meno squamoso.



LENTINUS TIGRINUS (Bull. : Fr.) Fr.

Su tronchi di latifoglie, e principalmente pioppi e salici, troviamo in primavera questo fungo dal cappello convesso che acquista poi una forma decisamente imbutiforme, sostenuto da un gambo normalmente un po' curvo, coperto da fioccosità nero-brunastre che si diradano con l'età. Da giovane presenta un anello fioccoso e delle lamelle fitte e decorrenti. La carne emana un odore leggero, quasi di formaggi freschi e di regola è considerato non commestibile.

MELANOLEUCA COGNATA (Fr.) Konrad & Maubl.

Specie non molto comune, che cresce nei boschi e prati di montagna; si riconosce dal colore delle lamelle, che hanno colorazioni da ocra-aranciate pallide a salmone. E' considerato commestibile.



MYCENA PLUMIPES (Kalchbr.) P.A.Moreau

Sugli strobili caduti di abete rosso, già in primavera troviamo gruppi di questo fungo dal cappello conico-campanulato, liscio, un po' viscido con l'umidità, il cui margine piò essere leggermente crenulato, non striato; di colore bruno-nerastro da giovane, diventa giallo-nocciola con l'età. Le lamelle bianco-grigiastre adnate o decorrenti per un dentino si innestano su un gambo conolore al cappello, leggermente più chiaro verso l'alto. La carne odora di cloro e il sapore è vagamente rafanoide. E' ignota la commestibilità.



PANUS CONCHATUS (Bull.: Fr.) Fr.

Abbastanza comune, questo fungo si sviluppa su ceppi di latifoglie, ma anche di conifere; abbastanza comune nelle stazioni di crescita, caratterizzato da un cappello coriaceo , inizialmente convesso, poi depresso, di forma semicircolare ed asimmetrico. Il margine è dapprima involuto, poi incurvato verso il basso ed ondulato. Con l'età, il margine si fessura e l'intera superficie si screpola, soprattutto col secco. Il colore è lilla-vinoso negli esemplari giovani, poi fulvo-brunastro, poi scolora. Le lamelle decorrenti molto fitte, sono inframezzate da lamellule di diversa lunghezza, inizialmente crema pallido, poi lilla ed infine ocracee.


POLYPORUS ALVEOLARIS (DC. : Fr.) Bondartzev  & Singer

Fungo annuale che cresce su tronchi di latifoglia, caratterizzato da un cappello reniforme, con orlo a lungo involuto, poi a maturità più disteso, e con una superficie a squame appressate disposte radialmente, di colore fulvo-ocraceo su fondo concolore, ma più chiaro. Nella parte inferiore del cappello, presenta un imenoforo con tuboli e pori poligonali allungati, più piccoli verso il margine del cappello, più grandi verso la base, decorrendo sul gambo .Di regola è considerato non commestibile.



POLYPORUS CILIATUS Fr.

Specie presente su legni morti di latifoglie, è un fungo caratterizzato da un cappello sottile, prima convesso, poi appianato, talvolta un po' depresso e con margine sinuoso: la superficie è ricoperta da squamette filamentose, disposte radialmente, di colore bruno-grigiastro e orlo leggermente ciliato. Anche questo poliporo presenta un imenoforo a tuboli, molto bassi e pori piccolissimi appena visibili, di colore bianco. Il gambo, leggermente eccentrico, è decorato fino ai pori da piccole fioccosità concolori al cappello che gli danno un aspetto tigrato. Considerato non commestibile per la sua carne legnosa e un po' elastica e per i contenuti chimici ancora ignoti.



POLYPORUS SQUAMOSUS (Huds.)  Fr.

Su tronchi di latifoglie, dalla primavera, cominciano ad apparire dei corpi fruttiferi di notevoli dimensioni (100-400 mm), vagamente circolari, a ventaglio, disposti a mensole. La parte superiore del cappello è caratterizzata da squame imbricate bruno-nerastre concentriche, su fondo in parte biancastro, in parte nocciola. Il gambo, eccentrico, attenuato e nero in basso, è quasi sempre occupato dalla superficie imeniale decorrente di colore bianco che, a maturità, vira al paglierino. Alcuni autori considerano commestibili gli esemplari giovani: in generale comunque è da considerare non commestibile.

PSATHYRELLA CANDOLLEANA (Fr.) Maire

In prossimità di legni interrati o di ceppi, si puo' ritrovare questa specie dal cappello campanulato, provvisto di squame minute e fugaci color miele e, a maturità, si apre mostrando un disco centrale del colore originario e verso il margine le squame ormai diventate quasi bianche. Sull'orlo porta i resti del velo appendicolato, di colore bianco, membranoso. Le lamelle sono molto fitte, prima biancastre, poi violetto-porpora ed infine brunastre. Anche se generalmente è considerata commestibile da alcuni autori, in mancanza di indicazioni più attendibili e provate, si ritiene la sua commestibilità ignota.  



STROBILURUS ESCULENTUS (Wulfen : Fr.) Singer

Sugli strobili di peccio, Picea excelsa, si ritrova uno dei primi funghi di primavera, dalla taglia abbastanza minuta, con un cappello grigio scuro di dimensioni tra i 10 ed i 25 mm, prima convesso, poi appianato, provvisto di un leggero umbone. Le lamelle sono bianche, tendenti al grigiastro, ed un gambo che rimane bianco sotto le lamelle mentre, per la restante parte, assume tonalità giallo-grigiastre. Nonostante presenti una carne tenace e leggermente amarognola, per tradizione è considerato commestibile: si consiglia di usare solo il cappello.



STROBILURUS TENACELLUS (Pers. : Fr.) Singer

Questa specie si ritrova sempre in corrispondenza di uno strobilo di pino, anche insinuato nel terreno. La parte bassa del gambo è coperta da villosità e presenta tonalità ocra-brunastro, mentre, in prossimità del cappello, assume le stesse tonalità biancastre delle lamelle. Il cappelllo da convesso diviene piano, con il margine striato ed un leggero umbone. Si differenzia dallo Strobilurus Esculentus soprattutto dall'habitat, sviluppandosi infatti unicamente nei boschi di pini; in generale non è considerato commestibile a causa del suo sapore amarognolo.





BIBLIOGRAFIA.

- BELLU' FRANCESCO, VEROI GIULIO, "Per non confondere i funghi"; Casa Editrice Panorama, 2014;
- CONSIGLIO GIOVANNI, PAPETTI CARLO E SIMONINI GIANCARLO (a cura di), "Atlante fotografico dei funghi d'Italia, Volume 1", A.M.B. Fondazione Centro Studi Micologici, 2001;
- CONSIGLIO GIOVANNI, PAPETTI CARLO (a cura di), "Atlante fotografico dei funghi d'Italia, Volume 2", A.M.B. Fondazione Centro Studi Micologici, 2001;
- CONSIGLIO GIOVANNI, PAPETTI CARLO (a cura di), "Atlante fotografico dei funghi d'Italia, Volume 3", A.M.B. Fondazione Centro Studi Micologici, 2009;
- MEDARDI GIANFRANCO (a cura di), "Atlante fotografico degli ascomiceti d'Italia", A.M.B. Fondazione Centro Studi Micologici, 2006;
- PADOVAN FABIO (a cura di), "Atlante illustrato dei funghi del Parco, 845 specie di funghi nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi", 2009.




 
Torna ai contenuti | Torna al menu